22 Novembre 2024

Stadium Mirandola, è retrocessione: Bologna sbanca il PalaSimoncelli in gara2. Il presidente Silvestri: “Non molliamo nulla, ripartiamo dalle cose positive”

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Stadium, KO in gara2 dei playout: è retrocessione (foto Federico Fiorani)

La Stadium Mirandola saluta la Serie A3. Sconfitti in gara2 dei playout, con la Geetit Bologna che sbanca 0-3 il PalaSimoncelli, i gialloblu non riescono nell’impresa di conquistare la permanenza in categoria, retrocedendo in Serie B.

La cronaca del match è riportata dai canali ufficiali della Stadium.

Solito starting six per Mirandola all’ultimo appuntamento in casa: Nasari e Rossatti in banda, Quartarone e Albergati sulla diagonale principale e Rustichelli con Bombardi al centro. Subentra in seconda linea il libero Scarpi.

Apre il set Sacripanti al servizio, dove firma un break positivo di tutto rispetto (0-3) prima di servire in rete. Dopo il -2 iniziale, il turno di servizio di Nasari regala alcune soddisfazioni ai gialloblù che riescono a pareggiare (4-4). Primo sorpasso per Mirandola con una super difesa di Bombardi. Al primo timeout dell’incontro il tabellone recita 7 per Stadium, 5 per Bologna. Vantaggio intatto ma non ampliato dai padroni di casa durante l’approccio alla doppia cifra (13-11). L’aggressione di Geetit passa principalmente dal pesante sinistro di Listanskis, sia in attacco che dai nove metri, che deve però fare i conti con un Rossatti particolarmente ispirato, vero protagonista di questa fase di gara. I felsinei si rifanno sotto con un maniout di Sacripanti su Albergati, costringendo Mescoli a chiamare i suoi in panchina sul punteggio di 17-16. Nasari recepisce e assiste la risalita dei suoi che firmano il 20-17. Sitti mette a segno un muro su Rossatti che vale il 22-21. Mirandola chiama timeout senza evitare però il sorpasso degli avversari, che guadagnano due set point. Sacripanti sbaglia il primo, e Sitti si affida a Listanskis per il secondo tentativo, che va a segno.

Sportellate già in apertura del secondo parziale. Le squadre restano appaiate ben oltre la metà. Il set è estremamente equilibrato, con nessun turno di servizio in grado di spostare efficacemente l’ago della bilancia. A cambiare la situazione interviene Maletti, che incassa un ottimo break positivo. Mirandola va al primo timeout sul 12-15, rompendo il ritmo dello schiacciatore bolognese che sbaglia il servizio. I rossoblù non cedono il passo, mantenendo il loro vantaggio pressoché intatto. Mescoli chiama tempo, i suoi recuperano qualche punto ma rimangono in affanno rispetto ad una Geetit molto aggressiva. L’ace di Albergati mina le idee degli ospiti di chiudere il parziale senza dover lottare: Guarnieri chiama timeout sul 20-21. La mossa ha l’effetto atteso, dati i 4 set point guadagnati dai felsinei per portarsi sullo 0-2. Nasari ne annulla uno e si prepara dai 9 metri. Albergati annulla il secondo ma il divario è troppo ampio: Maletti segna e si va sullo 0-2.

Apertura particolare nel terzo set per Mirandola, in cui si alternano momenti di grande gioco a momenti di chiusura totale, con Sacripanti che si ritrova con Sitti ad affossare sempre più i gialloblù. Nasari torna a segnare con il tabellone sul 6-10. Albergati, intenzionato ad aggiungere un’altra partita alla lista di ottime prestazioni accumulate finora, scorta Stadium al -1 (11-12). Bologna non vuole assolutamente cedere la guida, e serve Rossatti a costringerli al pareggio sulle 13 lunghezze. La Geetit riprende il suo spazio fino al +3 segnato sul 18-21. La partita mirandolese termina moralmente al termine del lunghissimo scambio del 19-22, che vede la formazione del capoluogo segnare di fila ventitreesimo e ventiquattresimo punto. Gli ospiti tentano in ogni modo di chiudere la partita ma sbagliano due occasioni di fila, finalizzando al terzo tentativo grazie all’attacco di Listanskis.

Al termine del match, arrivano le dichiarazioni del presidente Silvestri: “È andata male, non mi nascondo dietro scuse o falsi alibi. In quanto legale rappresentante della Stadium mi prendo la responsabilità in toto di quanto è successo.
Onestamente pensavo di farcela ma gli altri si sono rivelati più forti.
Siamo arrivati ad un passo ma anche quest’anno i play out sono stati inclementi.
Dovevamo salvarci prima? Può darsi.
Pensavamo di avere allestito una formazione competitiva per centrare l’obiettivo minimo ma non avevamo fatto i conti con gli avversari che, a loro volta, si sono rinforzati e hanno alzato di molto l’asticella.
Ad ogni modo nessun dramma. Era ampiamente preventivato quando abbiamo accettato di intraprendere questa avventura due anni fa.
La categoria è onestamente troppo impegnativa per le nostre possibilità. O almeno lo è in questo momento. Non è solo una questione di fondi, che sono comunque importantissimi. È un problema di organizzazione, di struttura e di risorse umane che purtroppo si fa fatica a reclutare.
Quest’anno devo dire grazie a tutti quei volontari che con grande dedizione, sacrificando il loro tempo libero ci hanno aiutato e hanno creduto nel progetto fin dal primo giorno. Poi devo ringraziare tutti gli sponsor, Baraldini Costruzioni in testa, che così generosamente ci hanno permesso di provare a fare una compagine in grado di rivaleggiare con tutte le formazioni di questi due campionati.
L’insuccesso però è stato solo sportivo e non di seguito e partecipazione. Siamo riusciti a portare ad ogni incontro casalingo, centinaia di spettatori entusiasti e calorosi. Alla fine chiuderemo i due anni come uno dei palazzetti con la più alta partecipazione di pubblico di tutta la A3. Lunedì scorso abbiamo colorato di giallo il PalaSavena portando più di 200 tifosi ad assistere alla prima partita dei play out. I tesseramenti giovanili hanno avuto un’impennata incredibile negli ultimi due anni e la A3 è stata un meraviglioso traino per far ritrovare entusiasmo ad una società che aveva bisogno di una sfida veramente impegnativa.
Ripartiamo da qui. Abbiamo tanti progetti in cantiere e vogliamo continuare a coinvolgere ancora di più chi ci ha così amato e seguito.
Non finirò mai di ringraziarli. Senza di loro la Stadium sarebbe una scatola vuota.
Adesso ci prenderemo un paio di settimane di pausa perché vi posso garantire che è stata veramente estenuante. Alcuni di noi non dormono da mesi per lo stress che comporta questo impegno.
Una cosa è certa, non molleremo nulla e questa esperienza non può che rafforzarci.
È andata male ma ripartiamo dalle cose positive. Abbiamo messo Mirandola per ben due anni nell’ almanacco del volley di Serie A.
Qualche anno fa sarebbe sembrato un sogno irrealizzabile.
A presto”.

(fonte foto: Stadium Mirandola – www.stadiumpallavolo.it – Federico Fiorani)

Salvatore Fratello

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